SULLE TRACCE DI CRISTOFORO COLOMBO: L’ITINERARIUM DI MONS. ALESSANDRO GERALDINI
La storia è fatta di tante storie. È per questo motivo che, come argomento della mia tesi di laurea, ne ho scelta una rimasta ai margini dei libri di storia: quella di Alessandro Geraldini, del suo essere un vescovo e uomo di fede ma anche un antropologo, politico e diplomatico che ha saputo vivere alle spalle di una situazione storica complessa come quella degli anni della scoperta dell’America. Tutti infatti conoscono la storia di Cristoforo Colombo ma non quella di Alessandro Geraldini che ha saputo essergli confidente, spalla di appoggio e promotore nelle sue idee. Ed ecco così che le loro vite si sono intrecciate alla fine del Quindicesimo secolo tanto da far nascere un’amicizia che ha portato alla scoperta del nuovo mondo e all’inizio di una nuova epoca: l’età moderna. Il primo obiettivo di questa tesi, dunque, è per me parlare di un "concittadino" di grandezza internazionale, non solo per l’aiuto e l’appoggio prestato a Colombo ma anche per i delicati incarichi diplomatici che sovrani e pontefici gli hanno affidato, di cui pochi esperti e studiosi però hanno sentito parlare al di fuori della mia Amelia, cittadina dell’Umbria meridionale. È mio dovere dimostrare dunque che se si può parlare di una storia principale che funge allo stesso tempo da riassunto e da filo conduttore, questa è costituita da tante storie messe insieme, dalle vite di singoli uomini che trovando la propria esistenza in un dato luogo e momento storico hanno creato gli eventi. E così Colombo da solo non ce l’avrebbe fatta senza gli studi del Toscanelli o l’amicizia di Alessandro e Antonio Geraldini e a tutti i personaggi al suo progetto complementari. La storia locale è motore della storia generale. Geraldini risponde bene a questa equazione: proviene da una cittadina sconosciuta del centro Italia ma i suoi orizzonti e il suo raggio d’azione si allargano fino a coprire l’intera Europa e il nuovo mondo. L’attenzione per la relazione tra cultura e territorio, poi, è da sempre stato - ed è tuttora - fiore all’occhiello della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Zona di transito e patria di personaggi spesso semidimenticati o relegati, come nel caso del nostro Geraldini, ad un ruolo di secondo piano decisamente immeritato, che con i suoi insegnamenti legati alla storia, alla cultura, alle tradizioni di quel vasto territorio a nord di Roma stretto tra più provincie e regioni, ha posto l’attenzione - a vari livelli - sulla importanza della rivalutazione della cultura e della storia locale. Ho scelto così di descrivere il periodo storico della scoperta dell’America dal punto di vista di un personaggio che rispetto al grande evento ha lavorato dietro le quinte ma che se analizzato più da vicino non è di certo inferiore d’importanza a Colombo e a tante altre figure che hanno dato il proprio apporto per spiegare le vele alla volta dell’occidente. Come secondo obiettivo la mia tesi di laurea punta ad analizzare l’opera letteraria che, tra le tante scritte dal vescovo, risulta la più importante: l’Itinerarium ad regiones sub aequinoctiali plaga constitutas, scritto tra il 1519 e il 1522 accompagnando e seguendo il viaggio e l’arrivo di Alessandro Geraldini a Santo Domingo, per assolvere l’incarico di primo vescovo residenziale del nuovo mondo. Le mie analisi mirano ad analizzare, nel corso del secondo capitolo, l’Itinerarium dal punto di vista della Letteratura di viaggio e ad inserire il testo all’interno del vasto sistema dell’odeporica. La rilevanza di questo testo non si ferma però alla sola Letteratura di viaggio, ma anche all’importanza di essere una fonte storica diretta. Il mescolarsi di stili di scrittura diretta, delle emozioni e delle testimonianze del Geraldini costituisce l’unicità dell’Itinerarium, trasformando un semplice resoconto di viaggio in un testo peculiare dalle mille sfaccettature come del resto è la figura dell’autore. Approfondendo e contestualizzando la figura di Alessandro Geraldini nel primo capitolo, e esaminando il percorso dell’Itinerarium con le relative caratteristiche ibride tipiche della scrittura di viaggio, è mio auspicio contribuire alla riscoperta della figura di Alessandro Geraldini, con nuove ed utili informazioni da unire agli studi già effettuati. La figura di Alessandro Geraldini è stata infatti riscoperta solo in tempi recenti ma ancora non gode della giusta rispettabilità se non in ambito strettamente locale.
BENEDETTA ROSATI